Qualsiasi sia il colore o il modo con cui viene cucinato e servito, il pomodoro è l’evergreen della tavola: importato da terre lontane e con una storia non iniziata proprio col piede giusto, è entrato nella nostra cultura diventando il prodotto principe della dieta mediterranea. 

Cenni storici

La storia del pomodoro non è stata tutta rose e fiori. La pianta è originaria del Sud America occidentale ma ha avuto diffusione anche nell’America centrale a seguito della coltivazione da parte delle civiltà locali.

Arrivò in Europa nel ‘500 importato dal Conquistador spagnolo Cortés. Nel Vecchio Continente, però, non ebbe la migliore delle accoglienze: le prime specie che vennero piantate in Spagna risultarono indigeste, tacciando il rosso alimento come nocivo per la salute.

Venne utilizzato, dunque, solo per fini ornamentali. La stessa nomenclatura botanica del pomodoro “Lycopersicon”, ovvero “frutto del lupo”, ne sottolineava la percezione negativa che la rossa bacca aveva ai tempi.

Il pomodoro iniziò la sua ascesa in Italia quando, grazie ai Borboni, venne portato nelle nostre terre. Solo nel sud Italia, dunque si comprese appieno il potenziale di questa pianta, anni e anni in anticipo rispetto alle altre popolazioni del vecchio continente.

I meridionali, infatti, videro nel pomodoro un’ottima risorsa durante le pestilenze e le carestie che colpirono il continente nel XVII e XVIII secolo che li costrinse a cercare alimenti alternativi al grano. 

Da allora, l’oro rosso è presente nelle cucine di tutto il mondo come protagonista di preparazioni deliziose. L’Italia ha le cultivar di pomodoro più antiche. Nel Bel Paese infatti la distinzione di varietà di pomodoro è legata soprattutto alle origini territoriali.

Tipologie di prodotto

Il pomodoro non si distingue solo per il colore ma anche per i formati. Principalmente, il colore distintivo è un rosso vivo ma esistono anche varietà di colore giallo, arancione e verdi; non molto diffusi sono i pomodori viola scuro e neri.

La classificazione più comune è sicuramente quella per formati, in cui primeggiano le seguenti categorie:

I ramati: saporiti e ricchi di polpa, sono chiamati così perché il frutto cresce a grappolo. Ideale per le passate, sughi, crudi nelle insalate o anche imbottiti e cotti in forno;

Perino: sono i prediletti dalle aziende per la preparazione di pelati e concentrati ma vengono anche utilizzati per le conserve casalinghe. 

A ciliegia: i più utilizzati in cucina, le loro dimensioni ricordano proprio le ciliegie e si differenziano per dolcezza rispetto agli altri tipi di pomodori. Ideali nell’insalata di riso o di accompagnamento a piatti di pesce; 

Pomodorini: questa tipologia è la più coltivata al sud e li caratterizzano una buccia più spessa e una forma piccola ma allungata. Dal sud Italia arrivano le maggiori coltivazioni più famose come il pomodorino del Piennolo del Vesuvio o il Corbarino. Il loro utilizzo ideale è a crudo, ma da qualche anno sono i protagonisti delle pizze gourmet.

Cuore di bue: chiamato così per la sua forma e la sua grande dimensione. Povero di semi e con una polpa saporita, è ideale per piatti freschi come la caprese.

Costoluto: le sue caratteristiche sono similari al cuore di bue, infatti può essere consumato sia crudo che cotto, ad esempio ripieno al forno o nei sughi. 

In qualsiasi modo vogliate mangiarlo o servirlo il pomodoro vi permetterà, grazie ai suoi mille formati, di preparare e gustare pietanze gustose e perfette per ogni stagione. Per le vostre sperimentazioni in cucina o per i piatti della tradizione, troverete nel pomodoro un ottimo alleato in cucina!

Mi raccomando, aggiungete sempre un filo d’olio extravergine d’oliva a crudo!